Questo l’ho fatto io!

A conclusione degli incontri organizzati dall’Associazione nel 2024 si è svolto domenica 9 novembre quello con gli Spolveratori, che hanno presentato al pubblico alcuni dei monumenti da loro curati nel corso di quest’anno.

I monumenti presentati sono stati nove, sette inediti più due già trattati in occasioni precedenti e quest’anno riproposti con informazioni tecniche nuove.

Nelle presentazioni, frutto delle ricerche individuali o di gruppo degli Spolveratori, si è parlato di una ditta famosa per i tortellini in scatola, di vedovanze inconsolabili, di famiglie di musicisti, di nobili con lo stesso cognome ma sepolti in chiostri diversi della Certosa, di un famoso scultore bolognese, di deperimento dei materiali e di un furto sventato.

Il percorso è partito, per la prima volta, dal Cinerario, dove Andrea Gazzotti/gruppo 3, ci ha parlato del Cippo Dall’Osso; nel chiostro VII abbiamo visto la tomba di Pietro Gamberini, curata da Lorena Barchetti e Adriano Calamelli/gruppo 12, mentre nella galleria del Colombario ci siamo fermati davanti alla  tomba Colognesi-Granello e alla cella Minelli, presentate rispettivamente da Enrichetta Vedrani/gruppo 7, e Chiara Ciantelli/gruppo 20; dopo una breve sosta alla tomba Mutti (anche questa curata da Lorena Barchetti e Adriano Calamelli)nel chiostro VI, siamo passati nel chiostro V o maggiore, dove sono state presentati tre monumenti: il Rossini Colbran da Franco Lambertini/gruppo 2, il Giacomo De Maria dalle sorelle Dell’Unto/gruppo 14, e quello di Alessandro Gamberini da Renata Bartolacelli/gruppo 4.

Il percorso delle presentazioni è stato chiuso con la tomba Strick, nel piccolo cimitero degli Acattolici adiacente all’ingresso della Certosa (Lucia Vanghi).

Anche in questa occasione, la partecipazione all’incontro di Soci e simpatizzanti premia l’impegno dei volontari, e ci incoraggia ad andare avanti.

Ma vogliamo anche aggiungere un’altra considerazione: le superfici delle sculture curate dagli Spolveratori, liberate da polvere e sporcizia, potrebbero suggerire una proposta regolare delle visite tattili, confermando che la Certosa è un luogo veramente inclusivo.

Foto dell’incontro: Claudia Ghislanzoni