Con l’incontro Mosaici della Certosa di domenica 6 ottobre abbiamo ampliato il campo delle Tecniche artistiche utilizzate nelle tombe nel cimitero monumentale, e lo abbiamo fatto in collaborazione con l’Associazione Artistica Paolo Manaresi.
A parlarcene è stata Elisabetta Concina, storica dell’arte, esperta di arte musiva, restauratrice e docente di restauro dei mosaici presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, affiancata da Donatella Agostoni, nipote dell’incisore e pittore Paolo Manaresi e presidente dell’Associazione a lui dedicata. L’incontro è stato suggerito dalla presenza in Certosa di una rara opera a mosaico di Manaresi, che volevamo ammirare con la guida dell’esperta di questa tecnica.
Nonostante l’inagibilità della cappella in cui l’opera è collocata, abbiamo potuto esaminare da vicino un pannello di Signorini, con il quale Manaresi aveva studiato la tecnica musiva, comprendendo meglio le caratteristiche che rendono questa tecnica particolarmente preziosa e di non facile esecuzione. Elisabetta Concina, accompagnata da un gruppo di allieve dell’Accademia, ha spiegato in maniera efficace le caratteristiche dei materiali impiegati nell’antichità e in tempi più recenti, i metodi di trasposizione del disegno e composizione, l’origine della riscoperta del mosaico nella seconda metà dell”800, i suoi modelli antichi. Sapere come viene eseguita un’opera la fa apprezzare molto di più, specie se domande e curiosità, come in questo incontro, trovano risposte chiare.
Il percorso, tutto novecentesco, ci ha portato tra le cappelle di campo Ospedali (Filicori di A.Panighi, Bacchilega di A.Armieri e P.Manaresi); nel viale lungo il muro di cinta tra i capolavori di A.Borghesani (tombe Dal Monte, Daghia e Capponi) e alla tomba di B.Saetti, realizzata dall’Artista stesso e purtroppo vittima dell’incuria; tra le opere di M.Sarto nella galleria annessa al chiostro IX (tra le altre: Comi, Carretti, Maccaferri); nel chiostro annesso al Maggiore davanti alle celle Gancia e Cillario, disegnate da Achille Casanova, e la Poli Monti Puglioli, per finire quindi nella galleria annessa al chiostro V davanti alla cella Magnani, in cui il bronzo di P.Rizzoli si stacca dal fondo azzurro mosaicato.
L’incontro, interessante e ricco di rimandi tutti da cogliere, è stato reso particolarmente coinvolgente dai riferimenti che le due oratrici hanno fatto a episodi vissuti negli anni della formazione, e collegati a questa presentazione negli spazi della Certosa.
Le foto dell’incontro sono di S. Cristallini e L. Vanghi