Con un grande lavoro di gruppo è stata organizzata e inaugurata nel suggestivo chiostro delle Madonne la mostra fotografica dedicata alla moda nei monumenti che, resa immortale dal marmo in cui è scolpita, è stata qui catturata attraverso dettagli di pettinature, abbigliamento, gioielli funebri. Gli scatti fotografici sono stati arricchiti e contestualizzati da note sull’abbigliamento e rimandi alle schede di Storia e Memoria di Bologna, leggibili tramite specifici QR code esposti sul pannello introduttivo.
All’inaugurazione, gli autori delle foto hanno spiegato accorgimenti tecnici, scelte di luci, individuazione e significato del dettaglio colto, facendo seguire poi una passeggiata davanti ad ognuna delle tombe citate. È stata l’occasione per scoprire opere un po’ nascoste e guardare con occhi nuovi quelle già note.
L’impegno impiegato è stato ripagato dalla soddisfazione di vedere gli stendardi con le foto appesi nel chiostro delle Madonne, cornice ideale per esposizioni di questo tipo; l’antico chiostro, in posizione un po’ appartata, non è conosciuto come meriterebbe dai visitatori della Certosa, e ci auguriamo, con questa mostra, di contribuire a farlo apprezzare.
Tra un doppio petto anni ‘40 e una ciocca di capelli di ispirazione neoclassica, i monumenti visitati sono stati: Carlo Masi (foto di Paolo Veggetti), monumento Maria Barberini Duglioli (di Alessandra Cazzoli), monumento Cesare Beau (di Daniela Dirani e Teresa Marsala), monumento De Maria (di Lorena Barchetti), cippo Bonvicini (di Adriano Calamelli), cella Pezzoli Paglia (di Michele Brusa e Nadia Carboni), monumento Francesca Mosca (di Sandro Cristallini), monumento Enea Cocchi (di Igor Pedrini), monumento Gioacchino Murat (di Anna Gambetti), cella Romagnoli (di Alberto Alvisi), monumento Oppi (di Laura Piva), monumento Bragaglia Marescotti (di Federico Palestrina).
Eleganti per sempre, visibile in Certosa dal 21 ottobre al 4 novembre, è stata citata su VagoperSvago e su BolognaWelcome
Le foto, scattate durante l’allestimento e l’inaugurazione, sono di Lucia Vanghi e Sandro Cristallini