Biografie svelate – Alaide Alberta Beccari

(Ricerca e lettura: Nadia Carboni, Ad Alta Voce 2023)

Alaide Alberta Beccari ( Padova 1842 – Bologna 1906)

Femminista e patriota, Alaide Gualberta Beccari crebbe a Padova in una famiglia di idee repubblicane e maturò sin da giovane un forte impegno civile ereditando dai suoi genitori la passione per la politica. A Modena, dove la famiglia si trasferì nel 1859, fu di aiuto al padre nello svolgere mansioni amministrative al servizio dell’esercito piemontese. Venuta in contatto con numerosi esponenti repubblicani e radicali e influenzata dal pensiero di Mazzini, fu protagonista di un’intensa stagione di dibattito emancipazionista, rivendicando la necessità di un rinnovamento morale della figura femminile, condizione indispensabile per il rinnovamento culturale della nazione. Strumento della sua battaglia fu la rivista «La donna», pubblicata a Padova dall’aprile del 1868 e diretta dalla stessa Beccari, un coraggioso esempio di giornalismo tutto femminile che affrontò temi spinosi e molto controversi: la parità salariale, la prostituzione, il divorzio, i diritti politici delle donne. L’arretratezza della società italiana la spinse a dare alla rivista un’impronta pedagogica e di formazione delle giovani, al fine di aiutare queste ultime anche a esprimersi in campo letterario e lasciando spazio alla pubblicazione di primi esperimenti poetici e in prosa. Nel 1891 la rivista chiuse dopo aver ospitato i contributi di importanti scrittrici e pubbliciste del tempo. Protagonista della vita civile del suo tempo, Gualberta Beccari intervenne anche nel dibattito politico condannando la scelta imperialista di Crispi e attirandosi la diffidenza e l’ostilità degli ambienti reazionari e clericali. Vittima di un rapido deteriorarsi delle condizioni di salute, morì in solitudine a Bologna, nel 1906, dopo aver lasciato anche alcune opere teatrali.

>>Sono nata a Padova il 7 maggio del 1842, un’infanzia difficile, e l’unica sopravvissuta di 12 fratelli. Fin dall’età mia più giovane io anelavo alla palestra giornalistica, ma non per discendere a combattere solo per i diritti femminili, bensì per quelli della mia patria e per tutto ciò che potesse migliorare le condizioni politiche e morali. A 26 anni divengo portavoce della complessità femminile tramite la nostra rivista che si diffonderà su tutto il territorio nazionale<<

Padova, domenica 12 Aprile 1868, numero 1, LA DONNA, periodico morale e istruttivo

compilazioni di donne italiane. Direttrice e redattrice signora Beccari Gualberta Alaide.

Fondando questo giornale intendevo stabilire fra noi una comunione di idee, un mutuo insegnamento, un’associazione a cui ognuna sottoscrivendosi venisse a contribuire di quanto potesse alla riforma sociale che si vuole e urge introdurre. Non tutti hanno compreso l’umanitario principio che dall’irrozzamento della mente femminile arriveranno per naturale conseguenza all’irrozzamento delle masse. Emancipazione, educazione, famiglia non sono in antitesi tra loro. Non è rendere la donna libera al di fuori della famiglia ma esattamente il contrario: una donna emancipata e libera dall’ignoranza sarà fonte di esempio per il rinnovamento della società. Dovete educarvi e educare, perfezionarvi e perfezionare, perché l’esistenza terrestre è limitatissima ma l’umanità continua per generazioni, per contribuire al processo di miglioramento e il processo collettivo che le generazioni lentamente ma continuamente promuovono. Noi donne non conosciamo ancora la forza di quel grande detto “nell’unione sia la forza”. Siamo unite, associamoci tutte, nell’associazione sta la leva del progresso.

A una rivoluzione pacifica senza volti né scosse violente io vi invito sorelle individuando come primo strumento da utilizzare l’associazionismo, l’unione che dà la forza, essa sorge e avanza e si faccia largo, è giunto il suo tempo.